mercoledì 18 aprile 2007

quando ti serve una hostess, detta anche "badante"

Non è che sia facile accettare di avere quotidianamente bisogno d'aiuto da parte di qualcuno.
Però se il "qualcuno" è un tuo familiare, passi.
Più difficile è quando hai a che fare con sconosciuti.
Ad un certo punto mi è stata imposta una badante. Ma siccome la badante è quella che cura i vecchi, io la voglio chiamare hostess, chè io tanto vecchia non sono e almeno la cosa mi deprime un po' meno.

Requisiti necessari:
- intelligenza
- intraprendenza
- forza fisica, almeno un po'
- scarsa invadenza
- mancata pretesa di essere pagata come l'amministratore delegato della Fiat
- onestà

Sembra poco, invece è tantissimo.
Sono tante le "sòle" in giro, per dirlo alla romana...
È una fatica tremenda cercare di capire se una persona può andarti bene oppure no. E prendi di quelle cantonate, talvolta, che ti chiedi come sei potuta essere così stupida da non aver capito al primo sguardo che quella persona non faceva per te.
Perchè con la hostess dividi la casa, dividi il cibo, dividi la tua intimità.
Ai tuoi familiari sembra ovvio che tu ti possa adeguare nel giro di 15 minuti, ma diavolo, cari familiari, provateci voi!
Pazienza. La chiave di tutto è la pazienza.
Si è in uno stato di bisogno e bisogna sopportare.
Però non troppo. Se poi passa un mese e ti ritrovi a sperare che l'essere da te adottato prenda una trave in testa in modo che si levi dalle scatole, ecco, lì bisogna riflettere.
Cercare. Riprovare. Ricominciare.
È faticoso, lo so, ma non c'è altra via.

Avanti tutta! (senza passare con la carrozza sopra il corpo esanime della badante di turno)

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