quando torni a casa

Eh, va beh, ok, sono qui...
Il mio pc davanti, la mia famiglia, la mia moldava che tanta gioia ha dato ai degenti con la sua bellezza e soprattutto il suo florido petto...
Però.
Io ci sto bene nel mio ospedale.
Mi muovo un sacco. Se voglio stare sola ho la possibilità di farlo. Ho fatto ore basculata al sole che sembro tornata da un Ventaclub (salvo l'abbronzatura da muratore). Il mio fisiatra lunedì mattina mi si è presentato con una crostata al cioccolato che in tre giorni mi sono fatta fuori (ad essere sinceri ho pure sgridato un infermiere che "Vuoi un pezzettino?" e quello se ne è fregato una fettazza). Ho conosciuto nuovi degenti, molti speciali per tanti motivi, ho conosciuto le loro famiglie. E mi manca già tutto.
E mi sento un po' scema.
Un grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno scritto, ecco, sono contenta di essere tornata qui a scrivere.

E sono passati quarantanove giorni, ed è stata come una vacanza, anche se ai più potrà sembrare follia pura.

Ora nanna, perché sono francamente a pezzi.
Consapevole che gli ematologi dell'ospedale non ci prendono tanto con i dosaggi del Coumadin...