mercoledì 10 settembre 2008

quando non c'ho voglia

Ho già ripreso quel minimo di attività pallose dopo la fine di Agosto, tipo la fisioterapia, che due coglioni ci si fa non si può immaginare, ti prendono le gambe e te le tirano in quà in là, scatenandoti 123.987 contrazioni al secondo.
Dicono tuttavia faccia bene, mah, io sono sempre un po' perplessa.
Per altro la mia fisioterapista, che è una ragazza giovane proprio carina in tutto, ieri voleva svignarsela dopo mezz'ora, ma l'arpia che è in me trova che sia un po' illecito, perché se uno è pagato per tot minuti quelli deve fare, e quindi l'ho praticamente costretta a rimanere e mi è pure dispiaciuto. Ma siccome si tratta di soldi pubblici, si trattava di difendere anche il denaro della collettività, perdinci. Mica solo il mio.

Domani ricomincio a mettere con regolarità il naso fuori casa per altro genere di cose. Cioè inizia la routine. Io detesto già la parola in sè perché francese, figuriamoci il concetto.
"Mi viene il vomitooooo..." come direbbe Vasco.
E tuttavia, quando viene a mancare, uno, anzi, io, mi sento un po' spaesata.
Però poi trovo la via e arrivo nel paese dei bambini che ti stordiscono con la loro esagerata mobilità ed esagerato chiacchiericcio ed esagerato "cercherò di fare un danno", nel paese degli amici in vacanza che ti messaggiano per qualsiasi cagata e ti telefonano e ti fanno ridere, nel paese degli amici tornati che ti raccontano le loro vacanze, nel paese dei vicini tutti gentilissimi dopo le ferie.

E allora è pure bello spaesarsi un po', non lo sarebbe se durasse sempre, per questo c'è 'sta cazzo di routine.
Ma non c'ho voglia.
Ancora.

2 commenti:

Fabrizio Zanelli ha detto...

E di quei racconti di vacanze che cominciano invariabilmente con: "la mattina ci alzavamo" per proseguire immediatamente con: "facevamo la nostra bella colazione"... Già sentito sì.

Papikita ha detto...

Fabrizio, essendo tetraplegica e dunque categoria protetta, mi posso permettere determinate libertà. Tipo, quando mi dicono: "Ti pas€siamo a trovare, così ti facciamo vedere le foto!" la mia risposta è: "Che bello! Ma non più di venti che se no mi rompo i coglioni". Capisco l'entusiasmo della vacanza, ma più di mezz'ora di foto non le reggo. I miei amici, non so se perché sono buoni o se perché li ho intimoriti, mi risparmiano quasi completamente. Raccontano la vacanza all'osso. Che bello. Essere specie protetta ha i suoi dannati vantaggi!