domenica 2 giugno 2013

quando è passato un po' di (primo) tempo

Oggi sono stata cazziata da A perché è molto tempo che non scrivo.
"Sì sì, vabbè - pensavo - saranno un po' di mesi".
Digito il titolo del blog. Sbagliato. Uhm. Un segno?
Digito il titolo del blog. Giusto.
Aaaaaaagh!!!

E' passato più di un anno.
E in tutti questi mesi ho attraversato - metaforicamente - mari e monti.
Faccio un breve riassunto?
Ma breve, eh.
[così breve che, giunta alla fine del post, ho deciso di dividerlo in parti, per la coerenza che da sempre mi contraddistingue]

Sono stata ricoverata. A lungo e in tranches.
Non solo nell'unità spinale che da anni mi accoglie, ma anche in altri reparti.
E cazzo. Io mi ero scordata come fossero gli ospedali. Era dai tempi di quel rompicoglioni di mio zio con le sue crisi respiratorie (ma che comunque, già la mattina successiva, era in grado di urlare alle infermiere) che non ne frequentavo uno "old style". E invece.
Eccomi qui, direttamente dal pronto soccorso - dove ero arrivata solo undici ore prima - in camera con una signora di cui ricordo vagamente il volto. Ricordo due cose distintamente: che mi aveva detto che faceva un caldo infernale (e non fossi stata più in là che in qua avrei urlato di gioia) e che mi aveva dato elementi per pensare che fosse molto sola.
Il giorno dopo se ne va, arriva una ragazzina di vent'anni con un problema tutto sommato gestibile.
Abbiamo interagito un po', ma non è che avessimo molto in comune.

Quella mattina conosco la dottoressa che mi avrà in carico.
Quando, dopo qualche giorno, sto decisamente meglio le chiedo se posso mollare il letto e scendere in carrozzina. Sembra accomodante. Finché.
"Le provo la pressione, va bene?"
"Sì dottoressa, ma guardi che sarà bassina".
Mi si sbianca.
"La massima è settanta e la minima non sono riuscita a prenderla!"
"Ma sì dottoressa, è normale. Un po' di giorni a letto, poi sono un po' debilitata... Posso scendere?"
"MA E' MATTA?!? Con questa pressione lei vorrebbe girare in carrozzina??? Ma lei mi sviene!"
"Ma no, guardi, al limite mi girerà un po' la test..."
"NON SE NE PARLA! Recuperi forze, domani ne riparliamo!".

Inutile dire che ho dovuto aspettare giorni, che la pressione massima non ha mai oltrepassato gli ottanta, che mi sono seduta in carrozzina per un'ora, quando un amico fisioterapista è venuto a trovarmi e si è preso la responsabilità.
Mi è bastata quell'oretta per vedere stanzoni a cinque letti, anziani malmessi in pigiama, piastrelle pavimenti pareti (vale tutto, basta che cominci per "P") che rimandavano a un'epoca passata.
Tristezza.
Da quel giorno ho aspettato il trasferimento e ho benedetto gli smartphone e il "mio" letto" super-tecnologico (di gran lunga la cosa più moderna dell'intero reparto) che mi permetteva di stare a letto senza causarmi danni.

Nel frattempo visite. Ma non di amici, a parte A [che forse proprio per questo si sente in diritto di cazziarmi]. Del personale medico e non che mi segue da anni.
Una scena mi ha fatto ridere. Entrambi miei chirurghi plastici hanno una buona fama, chi per un motivo, chi per un altro. E alla dottoressa racconto che vengo seguita da loro, lei si illumina e mi dice che li chiamerà per farmi continuare con le medicazioni più adeguate.
Una mattina, tutta emozionata, mi dice che arriverà il Dr. B.
Poco prima dell'ora di pranzo la dottoressa inveisce contro un presunto familiare che non rispetta gli orari di visita.
Lui ci prova: "No, ma guardi che non sono un familiare, sarei...", macché, non lo fa mica finire. Continua a rompere con il rispetto degli orari verso questo signore di mezz'età, camicia, maglione e un orrendo piumino verde. Lui, sornione, ad un certo punto sorride e lei si ferma. Forse capisce.
"Piacere, sono il Dr B".
La scena è originale.
Me l'ha raccontata la dottoressa verso sera.
Il Dr. B è troppo un signore per mettere in ridicolo una collega.
Che personaggio.

[vabbè, per stasera chiuderei]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornata! È sempre un piacere leggerti.
Marilena

Papikita ha detto...

Grazie Marilena, sei davvero gentile!