Ci sono persone che hai voglia di vedere e per vederti ti portano fuori: a casa loro, in un ristorante, in un bar per un aperitivo o un cappuccino, in un negozio, in giro per la città. Sono quelle che mi capiscono. Quelle che sanno che nella mia vita un po' monotona e un po' troppo organizzata, ci vuole qualche cosa che rompa la monotonia (ma mai l'organizzazione, perchè questa è arrivata come pacco-regalo insieme alla mielolesione. Mezz'ora di ritardo sul cate e sei fottuta).
Ci sono persone che avresti voglia di vedere ma che in realtà non reggi più. Sono quelle che ti trattano come un'ammalata da venire a visitare. Spesso con piantina allegata. Non ogni tanto. Sempre. Sempre, per vederti, vengono a casa tua. Per quanto io ami casa mia ogni tanto vorrei evaderne. Allora, siccome sei dotata di raziocinio e capisci che da sole non ci arrivano, glielo dici: "Perchè ogni tanto non andiamo fuori da qualche parte?". Errore. Dovevi specificare di avvertirti con il dovuto anticipo. Perchè poi ti chiameranno alle 7 della sera per una cena alle 9... E qui torniamo al pacco-regalo. Organizzazione. Magari hai fortunatamente un altro impegno, magari non riesci ad organizzarti per la sera, e quindi rispondi "No, grazie". E quando loro chiedono in giro "Ma non mi vuole mai vedere, ce l'ha con me?" vorresti avere un bazooka e mirarle. Magari senza sparare, giusto per spaventarle un po'.
Infine ci sono le persone che appartengono alla schiera "familiari di amici" o "familiari di conoscenti". Hanno generalmente un'altra età, è ovvio che non ti proporranno mai di andare a bere un Martini bianco con ghiaccio al bar vicino casa. Buona parte di queste vengono a trovarti per compassione. Ci sono tanti in carrozzina che s'incazzano per gli sguardi compassionevoli. Io no. Perchè ho il ricordo netto di una sera di parecchi anni fa in cui, camminando con gli amici in una zona zeppa di locali, vidi un ragazzo in carrozzina circondato da una folta schiera di amici. Provai compassione per il ragazzo (è compassione, mica schifo o disprezzo, porcoilmondo!) e sincera ammirazione per la sua cricca. Perciò capisco chi mi guarda con compassione e chi ammira i miei amici che si prendono la briga di portarmi fuori. Anzi, vorrei dirgli: "Sappiate che dovete moltiplicare l'ammirazione per 100", perchè non è solo mettermi in macchina, smontare e rimontare la carrozza, ma è anche trovare locali accessibili, adeguarsi ai miei orari, sapere che, per una roba o l'altra, potrei avere urgente bisogno di rientrare alla base.
Comunque, quelli che appartengono all'ultima categoria, spesso mi fa piacere averli davanti e parlarci. Soprattutto quando hanno paura di essere invadenti e devi essere tu a convincerli a restare un altro pochino. Altri invece sono difficili da gestire. Non se ne vanno più. E tu sei lì, che vorresti solo farti una forchettata di cazzi tuoi, e questi parlano, parlano, parlano. Ho in mente due casi. Una è una sciroccata che mi racconta per filo e per segno le gesta dei figli, due bambini che mi stanno sul cazzo solo a sentire ciò che fanno. L'altro è un pensionato che passa ore (no, dico: ORE) a parlarmi di componenti meccaniche. E hai voglia a tacere facendo solo flebili gesti con la testa, hai voglia a sbadigliare, hai voglia ad assumere, in maniera del tutto naturale, l'aria più annoiata dell'emisfero. Niente li scalfisce. Il fatto che appartengano alla stessa famiglia mi dà da pensare. Deve essere genetico.
Se il mio carissimo, adorato amico L leggesse tutto questo, mi prenderebbe per i capelli, dicendomi: "Però ci sono. Non ti lamentare, scema!", e un po' ha ragione, un po' no. Perchè non sa quanto possa essere pesante subire visite. Giuro che una volta ho fatto finta di non essere in casa. E ho fatto bene. Erano vaghissimi conoscenti, e si sono dilettati col resto della mia famiglia per 2 ore e mezza. Persino mia madre mi ha capito.
Specifica: cara G nè tu nè i tuoi rientrate nella categoria "fastidi", altrimenti questo post non l'avrei pubblicato, perchè non sono mica scema! Se ti applichi però puoi riconoscere i due casi limite...
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