martedì 22 maggio 2007

quando un mio sorriso

Non che sia una musona.
No, proprio no. Sorrido spesso. Con gli altri. Stare con gli altri, o meglio, stare con gli amici, mi fa generalmente stare bene. Dunque sorrido.
Quando passo intere giornate in casa, il sorriso viene meno, generalmente perchè se trascorro troppo tempo in casa è perchè non sto bene. E allora ogni tanto ho il muso incazzato, ogni tanto piango per la rabbia, ogni tanto piango di disperazione, ogni tanto (raramente) piango dal dolore. Insomma, se mi va bene ho il muso.

Oggi ho passato l'intera giornata in casa. Non mi sono annoiata, ma io non mi annoio quasi mai perchè ho la fortuna di essere molto curiosa. Poi sono andata in cucina a drogarmi e a fumare la rituale sigaretta del pomeriggio. E mi sono resa conto che sorridevo. E a che cosa? Ho fatto un'indagine. Stavo guardando il davanzale. Ma sù c'era una piantina stecchita. Ultimo atto eseguito. Discussione con mia madre. Scartiamo anche questo. Ultimo pensiero avuto. Chissà se le gocce di benzodiazepinesono 5 o 55. Altro buco nell'acqua.

Mi sa che sorridevo perchè non sentivo l'angoscia.
Negli ultimi giorni ho avuto vicino tante persone di quelle che amo. Mi hanno ricaricato. Io sono una batteria, accumulo l'affetto (oltre al freddo e al caldo, ma su questo farò un altro post) che ricevo. Il problema è che quando la batteria è scarica, scappo dai cavi che potrebbero ricaricare. Credo che la mia angoscia derivi sì dalla situazione contingente che è complicata e talvolta ingestibile. Ma tanto anche dal poter godere di alcuni dei piaceri della vita che ancora posso acchiappare.

Domani vado a fare il preventivo per una macchina che probabilmente mai comprerò perchè troppo cara. Guidare. Ecco, guidare è uno dei piaceri di cui prima. Ri-sorrido.
Tormenterò tutti, ma proprio tutti i miei amici.
Li porterò ovunque!
E potrò andare da Leroy Merlin!!!
(nessuno mi ci vuole portare, temo perchè sanno che ne uscirei 54 ore più tardi)

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