martedì 27 luglio 2010

quando un concerto e una riflessione

Quando vado a uno spettacolo o ad un concerto, mi guardo molto intorno, sono curiosa.
Si arriva prima, si chiacchiera con l'accompagnatore e, soprattutto se lo spettacolo è in uno stadio, mi piace da morire vedere tutte le api che piano piano riempiono ogni cella.

Poi porgo lo sguardo ai miei vicini, quelli nello spazio "acciaccati", gente in carrozzina per i motivi più disparati, oppure con problemi mentali, oppure ciechi, oppure con malformazioni. Alcune volte è solo un piede rotto.

C'è sempre qualcuno che mi colpisce in modo particolare, non necessariamente un disabile, talvolta un accompagnatore. A parte che ho visto un gruppo di accompagnatori di una comunità che hanno bevuto birra a fiumi, e non mi è sembrato molto opportuno, perché tra di loro ci sarà stato pure uno che doveva guidare.

La persona che più mi ha colpito è un ragazzo, avrà potuto avere sui trent'anni. Non so quale patologia potesse avere, camminava e si muoveva, ma era senza la giusta forma, piccolo, piegato da un lato, e ciò lo portava a sembrare scoordinato. Invece aveva elaborato, negli anni, tutte le possibilità di movimento a lui concesse, che non sono come quelle delle persone fisicamente sane.

Non voglio fare l'ipocrita, quindi ammetto che quando l'ho visto l'ho un po' osservato, poi ho distolto lo sguardo perché mi faceva pietà. Si, una tetraplegica che prova pietà per una persona che, a ben vedere, è molto più autonoma di lei. La mia pietà era per la sua giornaliera odissea, per la fatica, per gli sguardi delle persone (che poi non sono tanto diversi dal primo sguardo che io stessa gli ho lanciato), per la forza necessaria ad affrontare una vita apparentemente molto complicata.

Eppure. Osservandolo meglio, in un secondo tempo, ho visto un ragazzo allegro, emozionato per lo spettacolo che stava per cominciare, molto comunicativo. E ogni volta vedo quante persone affrontino le traversie quotidiane con dignità e positività.

Altro che disabili lagnosi e non produttivi, come siamo spesso dipinti.
Qui c'è la forza.
Qui è il motore.

(spettacolo molto bello, grazie)

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ma che bello leggerti! Primo perchè anche se acciaccata, sei riuscita a partecipare ad un bel concerto e quindi thumb up!....e secondo perchè le tue parole sono ricche di positività e coraggio...e si' è in quella bella testolina che tieni dove sta la forza ed il motore! Ti voglio bene, ciao!

Fabrizio Zanelli ha detto...

Nulla da aggiungere al ben detto di Alessandra :-)

Papikita ha detto...

@ALESSANDRA: no, non solo nella mia testolina. E' che oggettivamente sono fortunata, perché ho molte persone intorno che mi vogliono bene. La testa sarà pure il motore, ma tu sai che tu, loro siete il mio carburante.

@FABRIZIO: come sopra, grazie!